ceramica

Nicola Boccini

Nicola Boccini è un artista ceramista sperimentale ed innovativo. La sua ricerca è volta a scoprire le infinite possibilità della ceramica, soprattutto dal punto di vista tecnologico.

Nicola Boccini, Evolution 15.6-Faenza
Nicola Boccini, Evolution 15.6-Faenza

Lui nasce a Deruta, come figlio di un artigiano e pittore ceramista; già ad 8 anni si trovava all’interno del laboratorio del padre ad imparare ed apprendere le tecniche di lavorazione e modellazione artigianale. Crescendo si è specializzato nella pittura, con un particolare interesse verso l’arte rinascimentale. Da questa prima formazione, inizia a frequentare altri laboratori locali di maestri artigiani, cercando di scoprire ed acquisire i segreti di ognuno per poi farne tesoro. Frequenta l’istituto d’arte di Deruta per poi entrare in Accademia di Belle Arti di Perugia.

Il suo studio iniziale è principalmente volto alla scoperta delle tecniche della ceramica sia in ambito nazionale che internazionale. La sua volontà è crearsi un bagaglio culturale vasto da cui poi partire per tutta la sperimentazione successiva.


Porcelain light
Porcelain light: pannelli creati a mano in porcellana e bone china.

Nicola Boccini, un nuovo mondo

La svolta avviene con la vincita di una borsa di studio per l’Accademia Reale di Den Haag in Olanda, una scuola al passo con i tempi in cui lo studio della ceramica non si limita alla manualità e alla modellazione ma si inoltra anche in ambiti concettuali ed astratti. Qui parte la ricerca sperimentale di Nicola Boccini che ancora oggi continua.


Aura è un progetto per rappresentare la luce come proiezione e come alone. Le varie forme e i vari spessori del corpo ceramico distribuiscono una radiazione luminosa.

La ceramica, secondo l’artista, ha tutte le possibilità di entrare nell’ambito dell’arte contemporanea. Questo concetto lo ha guidato fin dall’inizio e lo ha portato oggi a presentare opere ed installazioni di altissimo valore artistico e concettuale. Così parte anche lo studio di nuove tecniche, mai utilizzate prima. Al fianco della ricerca sulle tecniche, vi è la sperimentazione nell’ambito multimediale e interattivo. L’opera d’arte contemporanea, per Nicola Boccini, deve mettere insieme multimedialità, tecnica, intrattenimento e coinvolgimento. E tutto questo può essere possibile anche grazie alla ceramica, proprio perché si da una nuova visione di questo materiale che ancora oggi viene spesso considerato solo per il suo valore artigianale tradizionale. Una grande importanza la acquisisce la luce, parte fondante di molte opere dell’artista e con essa anche l’uso dei metalli.


Le prime sperimentazioni

Porcelain Veins
Porcelain Venis

Queste opere, presentano uno studio approfondito del corpo interno. Lui, da appassionato di fisica quantistica, vuole capire le possibilità della materia non solo nella sua forma esteriore ed immediata ma cercare di trarre effetti visivi anche dallo studio della materia interna, il solido, ciò che dall’esterno non può essere visto. Questo studio lo ha portato inizialmente ad inserire nella ceramica dei fili di metallo (cobalto, ferro, rame). Durante la cottura questi fili si fondono e sciogliendosi fanno delle evaporazioni lasciando dei segni molto spontanei nella materia. La cosa interessante è che questi segni possono essere ben visibili tramite l’uso della luce. Questo perché il corpo in ceramica ha uno spessore minimo, di circa 2mm, e dunque mettendo dietro di lui una fonte luminosa, la luce attraversa la materia e fa emergere i corpi in metallo. Questa tecnica, da lui inventata, viene definita Porcelain Veins.


Porcelain Veins
Porcelain Veins

Porcelain Veins è stato solo l’inizio di una lunga sperimentazione sulla ceramica che ancora oggi continua.

Nicola Boccini ha in sé la volontà di andare ad indagare la ceramica come materia ma allo stesso tempo vuole capire come renderla interattiva. Questa volontà di interagire con la materia lo porta a ricercare nuove tecniche che hanno alla base una sperimentazione molto complessa e costosa. La ceramica deve diventare dinamica, in movimento. Per fare queste prove e indagini sulla materia, è stato necessario creare un team, all’interno del quale con Nicola collaborano un gruppo di ingegneri, studenti ed esperti di fisica.


Porcelain light

La ceramica deve parlare il linguaggio del domani

Questo è il motto. Ma il linguaggio del domani non può certamente escludere il mondo virtuale e multimediale. E questo team di lavoro e ricerca deve servire a portare nella ceramica la realtà contemporanea.

Ciò che sicuramente ha aiutato l’artista nelle sue scoperte sulla materia, sono stati i numerosi viaggi e le plurime esperienze vissute all’estero. E’ stato ad esempio docente in Cina, in un’università di grande spessore. Ha esposto in diverse parti d’Europa e del mondo, ed ha partecipato a diversi workshop fuori dall’ambito nazionale.

Nicola Boccini-le opere

Ma andiamo ora a scoprire le opere. Come già detto, i fattori fondamentali alla base della ricerca dell’artista sono: la multimedialità, l’uso del colore e della luce e l’interazione. Nelle opere e nelle installazioni questi principi non mancano mai.

VESSEL LIGHT



L’istallazione dell’opera Vessel Light rappresenta una nave che trasporta “moduli” senza distinzione tra merci o persone. Vessel Light vuole accendere una luce su un crimine disumano (tratta di persone geograficamente sfortunate), perché nessuno possa dire di non aver visto, e vuole accendere nel contempo una luce di speranza. L’opera è impostata per rispondere con la luce ed interagire con il pubblico e in contemporanea si sentono le voci vere del momento dello “scambio” salvataggio.


Nicola Boccini: Vassel Light
Vassel Light

L’opera nasce per comunicare un messaggio e tutto avviene con gli ingredienti giusti: ceramica, luce e interazione. I suoni e i rumori creano un coinvolgimento totale del visitatore che viene immerso in uno spazio emozionale. Si viene trasportati su quella barca, in quel preciso istante: il salvataggio. Il messaggio arriva chiaro, tocca il lato emotivo di chi guarda e ascolta e non permette di rimanere indifferenti.

YOU AND I

You & I ha vinto il 3° premio alla biennale Blanc de Chine 2019


“L’ispirazione è venuta durante i miei viaggi in Cina presso università e licei, mentre insegnavo c’era un rapporto “speciale” tra me e i numerosi studenti, infatti l’opera si chiama YOU & I. L’opera interagisce con i suoni e voce, come se io fossi l’opera ( I ) e YOU le persone che la osservano, entrando in comunione tra suono e colore.”


Nicola Boccini: You&I
 You&I

Nicola Boccini-la Prestigiosa Commissione: Il Giudizio Universale

https://www.boccini.it/it/giudizio-universale/

Nicola Boccini: Giudizio Universale

La più prestigiosa tra le commissioni arriva nelle mani di Nicola Boccini nel 2016, dal museo polacco di Danzica quando viene selezionato per la reinterpretazione contemporanea del Giudizio Universale di Hans Memling. La difficoltà di questa commissione sta nel riuscire a conciliare la teologia di cui è pervasa l’opera originale di Memling, con l’innovazione e la sperimentazione dell’artista sul campo della ceramica e dell’arte contemporanea. Per fare ciò, viene creato un gruppo di lavoro e di studio: all’interno ci sono personalità totalmente disparate, un ingegnere elettronico, diversi docenti collaboratori, un monaco di clausura e alcuni studenti di fisica o ingegneria.


Nicola Boccini: Giudizio Universale

L’opera finita è composta da diversi esagoni in ceramica di spessore 2 mm, retroproiettati. Si tratta di un’opera assolutamente dinamica. Diverse immagini si susseguono sull’intero pannello, nella parte superiore con un andamento più veloce mentre in basso si muovono più lentamente. Il fascio di luce proviene appunto dal retro. L’interazione è totale perché arrivando di fronte al pannello ci si ritrova proiettati sull’opera stessa, il visitatore esterno entra a far parte di quel giudizio universale.


per capire il funzionamento delle installazioni di Nicola Boccini consiglio di vedere i video

Fondamentale è il confronto con l’opera originale di Memling. Le due opere erano infatti esposte a pochi metri di distanza l’una dall’altra. Nicola non si ispira all’immagine che vede nel quadro del 1400 ma sceglie di rileggerlo in chiave assolutamente contemporanea, rispettando comunque la sua natura di Giudizio Universale. Non inserisce inferno e paradiso, ne altre immagini religiose chiare e riconoscibili perché in fin dei conti, nel nostro tempo, non si sente più la necessità di una tale rappresentazione. L’opera d’arte, in epoca contemporanea, deve essere universale e non può riferirsi solo all’uomo religioso cristiano. Ciò che fa è realizzare un’opera imponente e audace che crea un contatto con l’uomo/visitatore che gli sta davanti, coinvolgendolo, facendolo sentire parte.

NICOLA BOCCINI

Fonti:

sito web

-Copyright: intervista effettuata il 25/06/2021